Ai genitori degli allievi dell’Istituto

Ai docenti dell’Istituto

Oggetto: uso consapevole di internet

Buongiorno, desidero a titolo informativo, porre alla vostra attenzione alcune riflessioni in questo periodo in cui le nostre bambine e bambini le nostre ragazze e ragazzi usano quotidianamente i dispositivi tecnologici, per accedere alla classe virtuale e lo fanno tramite la rete e quindi possono essere esposti in modo massiccio alla tentazione dell’iscrizione ai vari social.

Sono consapevole che lo sviluppo impetuoso delle tecnologie digitali ha trasformato con incredibile velocità e con effetti difficilmente prevedibili l’organizzazione sociale del nostro tempo.

Questi effetti non sono interamente percepiti.

Desidero a questo proposito ricordare a tutti che è compito della scuola costruire le condizioni per un futuro migliore delle nuove generazioni. Non solo nello studio, ma anche nelle esperienze di vita che coinvolgono alunni, professori e personale scolastico, si definisce il mondo dei valori che permette alla società di crescere nel rispetto reciproco.  Questa sfida positiva riguarda anche il “corretto trattamento dei dati personali”. Un’espressione che può sembrare asettica, ma che in realtà costituisce una condizione essenziale per il rispetto della dignità delle persone, della loro identità, del loro diritto alla riservatezza.

Siamo tutti consapevoli che ogni volta che si naviga in Internet ci si espone, senza saperlo, a potenziali abusi e si rischia, allo stesso tempo, di commettere infrazioni. Sono rilevanti, in proposito, la protezione della personalità (in particolare la protezione dei dati) e il diritto d’autore. Attraverso ogni operazione svolta in rete, sia essa una visita a un sito, una e-mail inviata, un formulario compilato online o un contributo lasciato in chat, l’utente lascia alcune tracce sotto forma di dati. Il pericolo di questa “semina” di informazioni è che, poiché disponibili a un numero elevato di persone, possano essere raccolte da terzi e combinate in “profili utente”. Non è poi da dimenticare la problematica (molto importante in ambito scolastico) della pubblicazione di informazioni su terzi in Internet; questi atti possono essere lesivi della personalità.

Ricordo quindi ai genitori che in Italia i minori di 14 anni non possono aprire un profilo social. È il Gdpr (General Data Protection Regulation), ovvero l’atto legislativo dell’Unione europea entrato in vigore nel 2018 che regolamenta il trattamento dei dati e il diritto alla privacy, che si pronuncia sull’età minima consentita per essere presente sui social.  Prima serve il consenso del genitore o di chi ne fa le veci.

Nello specifico, un minore non può iscriversi su Facebook, Instagram, Twitter, Snapchat o WhatsApp sotto i 13 anni, mentre tra i tredici e i 14 serve la supervisione dei genitori.

La realtà, tuttavia, è molto diversa. Secondo una ricerca effettuata nel 2019 da Osservare Oltre (Associazione Nazionale Presidi ed eTutorweb) per il Tg3 è emerso che l’84% dei ragazzi tra i 10 e i 14 anni è in possesso di un profilo social. Per farlo, nessuno ha dichiarato la sua vera età al momento dell’iscrizione, che per il 22% è avvenuta addirittura in presenza di un genitore.

E siccome in Italia le false dichiarazioni sono reato solo se fatte a un pubblico ufficiale, di fatto i minori si iscrivono sui social e nel caso dei baby influencer ne diventano protagonisti.

Secondo la legge del 19.7.91, n. 216 art. 1, c. 2, tutti possono fare una segnalazione di una situazione di pregiudizio che coinvolge minorenni.

Vorrei porre l’accento su un altro aspetto di pari importanza riguardante la possibilità di poter pubblicare foto o filmati sui social e web. Accade sempre più spesso, che alcuni allievi filmino o fotografino i docenti oppure i loro compagni con i telefonini, dopo di che mettono queste immagini sul web.   Se metto una foto del docente o di altri compagni su Internet, è bene e giusto prima di pubblicare in Interne chiedere e ottenere indispensabilmente il loro consenso. Quindi, se un allievo fa degli scherzi a compagni o docenti filmandoli con il telefonino e poi mette questi filmati su Internet, oppure pubblica delle loro fotografie private o modificate (magari accompagnate da testi ironici), commette una violazione della sfera privata delle persone ritratte, che può portare a conseguenze penali (oltre ovviamente a possibili azioni civili)!   Essi trattano dunque dei dati in qualità di persone private. Secondo l’art. 13 cpv. 1 LPD una lesione della personalità è illecita se non è giustificata dal consenso della persona lesa, da un interesse preponderante privato o pubblico o dalla legge; evidentemente in questo caso non ci sono interessi preponderanti e nemmeno giustificazioni tramite   la legge, quindi l’unica via percorribile per agire in modo legale è quella di ottenere il consenso dell’interessato. L’allievo che agisce senza consenso (magari per dispetto) commette quindi una lesione della personalità; che potrebbe sfociare in azioni civili a tutela della personalità da parte dell’interessato (art. 28 segg. CC); o addirittura in sanzioni.

Spero che tutto ciò esposto sia percepito dai genitori nell’ottica della compartecipazione della scuola e della famiglia al discorso educativo degli allievi a noi affidati, per formare il Cittadino del domani, consapevole dei suoi diritti e dei doveri nei confronti dello Stato e della società.

La Dirigente Scolastica

 Prof.ssa Giovanna Crimaldi